La lingua italiana è ricca di vocaboli e di sfumature eppure usiamo continuamente frasi fatte, modi di dire ed inutili perifrasi che non aggiungono nulla a quello che abbiamo da dire.
Spesso i plastismi vengono usati per prendere tempo mentre si parla e si è perso il filo del discorso, ma capita di usarli anche quando scriviamo. In questo caso, mascherano una mancanza di contenuto e di chiarezza.
Perché i plastismi non fanno bene alla comunicazione.
Dire che un’azienda è leader di settore ed offre un servizio a 360° non ci dice nulla né sull’azienda, né sul servizio.
Oggi, tutti sono leader di settore e qualsiasi sevizio venga offerto è ovviamente a 360°.
Ma non sappiamo nulla sui benefici che diventare clienti dell’azienda può offrirci.
Il web è pieno di testi piatti e grigi, spesso copiati dai competitor o tradotti da altre lingue.
La mancanza di contenuto porta un appiattimento della lingua ed usare cliché sembra una buona idea per dare colore ad un testo.
Scrivere richiede conoscenza della lingua, ricerca e soprattutto pratica.
Tutto questo vuol dir che per produrre un buon testo ci vuole tempo e noi di tempo non ne abbiamo molto.
Come il plastismo agisce su chi legge
L’uso di formule fisse crea diffidenza, perché chi legge si chiede quale sia la vera offerta o cosa faccia davvero l’azienda.
Nella maggior parte dei casi le persone non perdono tempo a farsi queste domande. Gli utenti leggono velocemente, i plastismi non li attirano e chiudono la pagina.
Potenziale cliente perso.
Il cliché illude di evocare nella mente di chi legge immagini ben precise e viene usato con l’intento di avvicinare le aziende alle persone, facendole “parlare” come loro, ma non funziona.
Il plastismo è noioso e vuoto e tutto quello che comunica è mancanza di personalità e di contenuto.
Le parole sono importanti e sceglierle coerenti col progetto che si sta narrando fa la differenza tra successo o fallimento.
Una comunicazione efficace usa una lingua viva, risonante, che crea emozioni in chi legge.
Cos’è un plastismo?
Plastismo: vocabolo, sintagma o espressione che si afferma rapidamente nella lingua e, divenuto cliché, perde progressivamente significanza, soppiantando alternative comunicativamente più efficaci.
Zingarelli, 2019
Ognuno di noi usa i plastismi, anche senza rendersene conto, soprattutto quando parla o scrive in ambiti informali come le chat tra amici.
Se nella vita hai deciso di lavorare con le parole è meglio che inizi a farci attenzione al loro uso e alla loro scelta.
Un copy, come ogni altro web writer, deve padroneggiare bene la lingua e scegliere le parole giuste. In fin dei conti, il nostro è un lavoro creativo e fermarsi al primo plastismo che ci viene in mente fa di noi dei pigri e questo non è un buon biglietto da visita.
Perché plastismo?
Perché la lingua sta diventando di plastica per essere adattata a qualsiasi situazione, per questo molte parole vengono usate fuori dal loro contesto naturale.
Tutti i giorni veniamo bombardati, anzi, letteralmente bombardati di informazioni o ne siamo sommersi. Potremmo essere tempestati, subissati, ma bombardati, come ogni termine derivante dall’ambito della guerra è più potente, più evocativo. Così tanto che ci fa smettere di leggere.
Lo tsunami è un fenomeno naturale, ma possiamo ritrovarlo in qualsiasi contesto. Anche nella stagione dei saldi: siete pronti per uno tsunami di sconti?
Gli esempi sono tanti e possiamo trovarli ovunque: online, sui quotidiani, in radio, al telegiornale.
Questo modo di usare la lingua, la rende di plastica e svuota di senso tante parole. Per farti un’idea, ti lascio la pagina dalla Crusca dedicata alla consulenza linguistica, in cui ci sono delle risposte interessanti su alcuni plastismi molto in voga.
Come combattere i plastismi?
Usare un plastismo non è una colpa. Capita a tutti!
Non dirmi che davanti ad un’offerta che ti ha lasciato perplesso non hai risposto: “Ma anche no!”
Lo abbiamo fatto tutti!
L’importante è esserne consapevoli, così da poter scegliere.
Voglio usare un linguaggio vivido o voglio usare un linguaggio plastico?
Io ho deciso di optare per la vividezza e ogni volta che leggo qualcosa faccio attenzione alle parole scelte e a come vengono usate.
Un po’ di plastismi
Qui di seguito ti lascio una lista dei plastismi più diffusi, se me ne vuoi far conoscere degli altri ti aspetto nei commenti.
- Leader di settore. Tutti siamo leader di settore, ci mancherebbe altro!
- Mai più senza. Must have. Credo che continuerò a vivere senza…
- Assolutamente. Assolutamente cosa? Sì, no? Ma il sì e il no non assoluti come sono?
- A 360°. Qualsiasi prodotto o servizio è a 360° e l’azienda deve essere, quindi, un compasso.
- Scenario. A forza di voler evocare immagini è diventato tutto uno scenario. Niente più progetti, possibilità, soluzioni, solo scenari!
- Ma anche no! Infatti, lasciamo stare!
- Voto utile. Così capite che o votate per chi vi dice che il vostro voto sia utile, o lasciate perdere, tanto è inutile. Ma ognuno vi dirà che votare per lui è utile, insomma, non se ne esce.
- Servizio rivoluzionario; azienda innovativa o che fa innovazione in un campo. Grazie per portarci nel futuro senza dirci nulla!
- Impattante. Qualunque cosa deve essere impattante, neanche stessimo facendo i crush test per un nuovo modello di auto;
- Competitor: perché dire concorrente o concorrenza non è abbastanza di moda.
Per oggi è tutto, ti aspetto nei commenti!
Questo articolo ha 5 commenti
Complimenti, bell’articolo!
Grazie! Mi fa piacere ti sia piaciuto!
Le è sfuggito un “competitor”. Anche gli anglismi inutili inquinano…
Buongiorno,
ha ragione! Gli anglismi quando non servono sono inquinanti. Lo aggiungo subito alla lista.
Buona giornata,
Silvia Stentella
Se non erro, vita natural durante, mai più e mai poi: ecco alcuni plastismi che ho riscontrato io.