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Scrivi e lascia vivere-Recensione

Cosa trovi qui

Scrivi e lascia vivere-Manuale pratico di scrittura inclusiva accessibile è un piccolo gioiellino della manualistica.
220 pagine di consigli, spunti, fonti e riflessioni sulla scrittura e il linguaggio inclusivo e accesibile.

Se ormai l’inclusività è sulla bocca di tutti e nelle penne di pochi, l’accessibilità è un concetto per addetti ai lavori e per molte persone a cui è negato l’accesso a mezzi come un sito web. Sembra assurdo vero? Invece è una realtà, che capiremo meglio nel corso di questa recensione.

Scrivi e lascia vivere: qualche informazione di servizio

Questo manuale è edito da Flacowski e scritto da Valentina Di Michele, Andrea Fiacchi e Alice Orrù.
Flacowski fa parte del gruppo editoriale Flaco Edizioni Group, che comprende anche Trefoglie. Flaco Edizioni Group è una piccola realtà editoriale italiana e indipendente. Per me, però, è una mega realtà editoriale. Dico questo perché porta in Italia molti titoli esteri interessanti per il mondo della comunicazione, che nessuno prima di loro ha mai tradotto nella nostra lingua. Puoi rendertene facilmente conto dal loro catalogo e tanto che sbirci, dai un’occhiata anche al lavoro immenso che fanno.

Due degli autori, Valentina Di Michele e Andrea Fiacchi sono stati tra i docenti di Copy42, i corsi di formazione per copywriter di Pennamontata, con cui mi sono formata.
Valentina Di Michele è stata pioniera dello UX microcopy in Italia; Andrea Fiacchi si occupa di user experience verbale.
Alice Orrù è una copywriter e traduttrice, si occupa di linguaggi inclusivi e accessibilità web.

Ora che hai un po’ di contesto, entriamo nel vivo.

Partiamo dall’indice

Dopo una prefazione di Veronica Fernandes, troviamo una piccola introduzione di Valentina Di Michele, che inizia a farci acclimatare con quella che sarà l’atmosfera del libro.

Ci dà il benvenuto un glossario che ci spiega alcune delle parole che verranno usate nel manuale. Qualche esempio: ageismo, body positivity, abilismo, minority stress e molte altre.

Ti do un consiglio per facilitarti la lettura, tieni un segnalibro sul glossario. Il libro è davvero molto facile da leggere e accessibile, ma se non hai tanta dimestichezza con alcuni termini, potresti perdere alcune sfumature.

Da qui in poi troviamo una serie di saggi scritti, quasi tutti dagli autori.

Accesso ai linguaggi inclusivi

Nel primo, “Accesso ai linguaggi inclusivi” di Alice Orrù ci viene spiegato cos’è davvero il linguaggio inclusivo e perché in realtà non ne esiste solo uno ma, anzi, sarebbe bene parlarne al plurale. Perché la realtà che ci circonda è molto più variegata e complessa.
C’è una citazione che ho sottolineato e voglio condividere, perché mi ha fatto mettere in discussione il mio modo di pensare il linguaggio:

I linguaggi inclusivi sono liberi da parole, toni o immagini che riflettono opinioni pregiudizievoli, stereotipate o discriminatorie verso determinati gruppi di persone

Alice Orrù, Scrivi e lascia vivere, pag. 35

Stereotipi, pregiudizi e bias cognitivi

Nel secondo “Stereotipi, pregiudizi e bias cognitivi”, Andrea Fiacchi ci spiega come riconoscere stereotipi, pregiudizi e bias cognitivi, ovvero tutti quegli errori che il nostro cervello commette per risparmiare energie e fornirci una visione conforme alla cultura in cui ci troviamo.

Rappresentazione delle pluralità

“Rappresentazione delle pluralità” è un bel pezzo sul riconoscimento dei privilegi, sul razzismo, l’abilismo e l’importanza di mettere sempre prima le persone e poi le loro caratteristiche.

Per intenderci, meglio dire persona disabile che disabile, handicappato o espressioni simili.

Come possiamo rappresentare la pluralità senza sbagliare, o limitando gli errori?
Ascoltando chi vogliamo descrivere, cercando di mettere per un attimo da parte noi e le nostre convinzioni e lasciando alla persona la possibilità di esprimersi liberamente.

Linguaggio di genere

Nel capitolo successivo “Linguaggio di genere”, Orrù continua ad approfondire il discorso della rappresentazione mettendo il focus sulla rappresentazione di genere.
Non focalizziamoci su linguaggio inclusivo=evitare il maschile sovraesteso, non è quello il punto. Il punto è rappresentare tutte le persone, perché quello che non nominiamo, a cui non diamo un nome, rischia di rimanere nascosto, di non esistere. Nel finale del saggio, vengono proposte anche alcune possibili soluzioni al linguaggio sessista.

Abilismo e disabilità

Fiacchi in “Abilismo e disabilità” ci parla di come rappresentare la disabilità e di tutti i pregiudizi culturali che il nostro linguaggio si porta dietro. Offre spunti e riflessioni molto interessanti sulla vita delle persone disabili e sul ruolo del mondo che abbiamo costruito e portiamo avanti nel farle essere tali.

Ageismo

Qual è la forma di discriminazione che colpisce tutti, indipendentemente dal genere, dalla razza, dall’orientamento sessuale, dalla religione e altri fattori? L’ageismo!
Di Michele nel sesto capitolo ci parla di ageismo. Ogni persona nella sua vita a un certo punto si troverà a essere troppo giovane per qualcosa e troppo vecchia per qualcos’altro. Questa forma di discriminazione si basa sull’età, che viene presa come fattore discriminante per l’accesso, a esempio, di posizioni lavorative.

Classismo

Fiacchi continua col saggio “Classismo”, in cui ci offre qualche dato sulla povertà economica e sulla povertà educativa nel nostro Paese. Il linguaggio che usiamo per parlare di povertà, si porta dietro un carico pesante di pregiudizi. Sulla base del reddito di una persona gli si attribuiscono delle caratteristiche, delle etichette preconcette. Il classismo è molto diffuso e molto subdolo e non riguarda solo la classe più abbiente come potremmo pensare, ma serpeggia tra tutti gli strati sociali.

Principi di design inclusivo

L’ottavo capitolo “Principi di design inclusivo”, raccoglie dei saggi. Il concetto di base è che il design inclusivo non c’entra nulla col design accessibile. La progettazione di design o spazi inclusivi prevede la creazione di qualcosa che possa essere esperito da chiunque al di là delle sue diversità, siano esse fisiche o culturali o economiche. L’accessibilità è focalizzata sulle persone con disabilità fisiche permanenti, ma lo spettro di inclusione è più ampio, riguarda: l’età, la lingua, il genere, il grado di istruzione, la cultura, le condizioni economiche e molti altri aspetti.
Un messaggio importante di questo capitolo è che l’inclusività è un percorso di consapevolezza e non c’è bisogno di colpevolizzare i propri pregiudizi, sono normali, umani. L’importante è prenderne consapevolezza.

Microcopy inclusivo

Nel capitolo Microcopy Inclusivo Valentina Di Michele ci fa riflettere su questo particolare tipo di testi.
I microcopy sono dei testi guida, in cui il linguaggio serve per avviare una conversazione tra una piattaforma e l’utente che la vuole usare. Qui, con questi testi ci possiamo rendere conto di tutti i nostri pregiudizi.

La scrittura nel microcopy deve essere comprensibile a tutti e per realizzare dei testi che davvero guidino gli utenti nella loro esperienza, dobbiamo fare un grande sforzo di empatia.

Accessibilità (Introduzione)

Valentina Di Michele continua nel capitolo successivo, Acessibilità (Introduzione), spiegandoci che il concetto di accessibilità nasce in architettura.

Accessibile è tutto quello che permette a persone con capacità motoria, sensoriale o psichica ridotta o impedita, temporaneamente o permanentemente, di poter utilizzare o accedere a qualcosa in modo indipendente.


In Italia abbiamo delle linee guida per l’accessibilità digitale, che regolano gli standard a cui devono adeguarsi i siti e le app della Pubblica Amministrazione.

Scrittura accessibile per il web

In chiusura troviamo di nuovo Alice Orrù che ci parla di “Scrittura Accessibile per il web”. Questa parte è interessante per l’attenta analisi che viene fatta del modo in cui ogni individuo legge online.
Viene spiegato anche l’uso delle tecnologie assistive e di come rendere i nostri contenuti fruibili da chi le utilizza. Se non sai cosa sia una tecnologia assistiva, si tratta di quei software che leggono lo schermo del computer per le persone cieche o ipovedenti.
Vengono poi spiegati i quattro principi basi dell’accessibilità web, riassumibile in una sigla: POUR.
La tecnologia per essere accessibile deve essere: percepibile, utilizzabile, comprensibile e robusta.
Infine, si concentra su un aspetto, che ha a che fare anche con l’ottimizzazione SEO di un contenuto: l’attributo text per le immagini. Questo piccolo campo serve per descrivere il contenuto visuale di una pagina, non è un ulteriore luogo per metterci keyword di interesse. È uno spazio per fornire informazioni sull’aspetto di un’immagine, cosa contiene, che colori ci sono e indicazioni simili. In questo modo, chi usa uno screen reader potrà avere un’esperienza molto più completa e appagante.

Perché leggere Scrivi e lascia vivere

Scrivi e lascia vivere parla di tematiche attuali molto divisive. È un testo privo di giudizio, snobismo culturale e pieno di umanità.
Avere pregiudizi, bias cognitivi e usare in modo discriminatorio il linguaggio è normale, umano, dipende anche dalla cultura in cui siamo nati e cresciuti. Non c’è colpevolizzazione, piuttosto c’è un invito a guardare il mondo che ci circonda con occhi più grandi e ad ascoltare con orecchie più libere.

Credo che il messaggio più grande che questo libro dia sia di poter iniziare in qualsiasi momento a trasformare il nostro uso delle parole, partendo dall’ascolto.

Le parole hanno un potere grandissimo, le abbiamo inventate per descrivere quello che ci circondava, quello che sentivamo, ne abbiamo sentito la necessità per costruire delle connessioni tra di noi. Tutto quello che dovremmo provare a fare è questo: non dimenticarci che le parole servono a rappresentare quello che ci circonda.

Se vuoi acquistarlo, lo trovi nello shop di Flacowski.

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