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La SEO è un insieme di strategie che servono a migliorare il nostro posizionamento sui motori di ricerca e a farci trovare da persone davvero interessate a quello che abbiamo da offrire sul mercato.
Ne esistono di diversi tipi: on site, on page, off page, local.
Seo On site e On Page vengono spesso usate come sinonimi, sebbene con SEO On Page ci si riferisca per lo più all’ottimizzazione del singolo contenuto e con On Site a quella generale del sito web nella sua interezza.
Abbiamo bisogno di tenere a mente che un sito web è un ecosistema e può funzionare bene solo se tutte le sue parti sono in equilibrio tra loro e lavorano in sinergia.
Userò all’interno di questo articolo i due termini on page e on site come sinonimi, proprio perché per avere davvero dei risultati apprezzabili con i nostri interventi di ottimizzazione, dobbiamo sempre pensare ogni singola pagina in relazione alle altre.
SEO On Page: cos’è
Quando parliamo di SEO On Page, o On Site, ci stiamo riferendo all’ottimizzazione di tutti gli elementi che compongono una pagina web al fine di posizionarci sui motori di ricerca e rendere contenuti e sito interessanti e facili da utilizzare per gli utenti.
È un’attività complessa che comprende molti aspetti diversi, agisce sul singolo contenuto, ma anche sul codice HTML della pagina per ottimizzarla, si muove tra titoli, metadati, url e parametri di architettura dell’informazione, leggibilità e usabilità della pagina. In ultimo arrivano le keyword, il testo e i link. Ma anche i dati strutturati che sono sempre più importanti per la costruzione del web semantico.
Tecniche di SEO On Page
Google prende in considerazione 200 fattori per l’indicizzazione dei contenuti. Sono tantissimi e a oggi ne conosciamo solo una parte.
Come ho già accennato prima, un sito web è un ecosistema composto da tante parti, entità diverse, per questo la seo è così sfaccettata e complessa. Per avere risultati apprezzabili dobbiamo prendere in esame ogni parte del sito e del contenuto.
Articoli scritti in seo copywriting e link building interna curata non sono abbastanza e non sono gli unici fattori che vengono valutati dal motore di ricerca. Inoltre, non solo Google, ma anche tutti gli altri motori di ricerca stanno diventando sempre più complessi e analizzano sempre più fattori diversi.
Oggi abbiamo bisogno di avere un buon profilo backlink, ovvero che i link che riceviamo da altri siti siano di qualità, ma anche un’ottima user experience, contenuti eccellenti, pop-up e banner gestiti secondo regole precise.
Soprattutto, tutto quello che facciamo deve tenere presente sempre due fattori:
- La persona che dovrà usare il nostro sito;
- L’esperienza da mobile, che è sempre più importante visto che la maggior parte delle connessioni avvengono da smartphone.
Per avere buone performance seo dobbiamo concentrarci su:
- Contenuti;
- User experience;
- Coinvolgimento dell’utente;
- Struttura tecnica del sito;
- Link building interna;
- Responsività mobile;
- Codice.
Come ottimizzare il contenuto
Un contenuto ottimizzato è basato su una keyword research che punta a costruire un articolo che risponde esattamente alle ricerche che il nostro target conduce sul motore di ricerca.
La struttura del testo è scandita da titoli usati in ordine gerarchico corretto:
- H1 per il topic principale e l’introduzione generale dell’argomento; h2 come approfondimento principale del main topic; h3 come approfondimento dell’h2, così via fino all’h6.
- Link di approfondimento posizionati su anchor text, ancore testuali, parlanti. Testi che facciano capire all’utente dove atterrerà cliccando. Questo vale sia per i link interni che per quelli verso l’esterno.
- Immagini leggere, in formati adeguati al web (jpg o WebP), con testo alternativo che ne descrive il contenuto. Quindi non un insieme di keyword, ma una piccola descrizione di cosa mostra, così da aiutare gli utenti che usano screen reader e tecnologie assistive a comprendere meglio il contenuto e avere un’esperienza migliore.
Poi c’è la scrittura. I testi devono essere semplici, non sciatti. Facili da leggere, con periodi snelli. Il tuo sito web non è il posto giusto per gli esercizi di stile, a meno che ti occupi di poesia o scrivi romanzi.
Le indicazioni che ci arrivano dal web copywriting sono di frasi lunghe circa 30 parole.
Mi raccomando, occhio ai refusi, agli algoritmi dei motori di ricerca non piacciono per nulla!
Legati al contenuto ci sono i metadati, che devono fornire ai crawler ulteriori informazioni sulla nostra pagina, aiutandoli a comprenderla meglio.
Importantissimo è il ruolo svolto dai meta tag seo. Il Tag Title che deve contenere la keyword principale e riuscire a descrivere il contenuto. La meta description, invece, ha un ruolo particolare per il ranking e deve persuadere la persona a cliccare sul nostro sito. Ne parlerò meglio più avanti. Le heading tag che servono a definire intento e struttura del contenuto.
I tag seo sono importanti perché forniscono informazioni preziose agli utenti e ai motori di ricerca e aiutano la scansione da parte dei crawler.
Ottimizzare qui significa usare bene le keyword principali, inserirle in tag title, nella URL e nell’H1. Allo stesso tempo le headings secondarie (h2, h3, h4 ecc) dovrebbero contenere le keyword secondarie, o correlate.
User experience e coinvolgimento dell’utente: rendi piacevole e semplice la navigazione del tuo sito
La user experience è sempre più importante: i nostri siti devono essere facili da navigare. L’utente deve trovare tutto quello di cui ha bisogno a portata di mano. L’esperienza che l’utente avrà sul nostro sito influenzerà il nostro posizionamento sui motori di ricerca per vari motivi.
Un’ottima UX farà sì che la persona navighi più pagine in una singola sessione, mostrando al motore di ricerca che il nostro sito è interessante.
Migliori sono i nostri contenuti, maggiore sarà il coinvolgimento dell’utente.
User engagement: i tuoi contenuti piacciono?
Se lo user engagement è basso cosa posso fare? Come lo capisco? Per capire se i tuoi contenuti piacciono, hai bisogno di andare a controllare dei dati su Google Analytics.
Quelli di tuo interesse sono:
- Bounce rate di una pagina: frequenza di rimbalzo, indica che gli utenti entrano ed escono velocemente dal tuo contenuto. Quando la percentuale è alta significa che c’è un problema di allineamento tra intento di ricerca e contenuto;
- Tempo di permanenza: legato al bounce rate, c’è il tempo di permanenza, più è basso, più il motore di ricerca capisce che non siamo utili e interessanti, facendoci scalare la SERP verso il basso. Intervieni sul contenuto, analizza bene il search intent e la SERP in cui il contenuto dovrebbe posizionarsi;
- Pagine per sessione: numero di pagine navigate dall’utente per singola sessione. Indica il numero di pagine che una persona naviga prima di lasciare il sito. Ci dà una panoramica dei contenuti di maggior interesse per il nostro pubblico e di quali dobbiamo rivedere e, nel peggiore dei casi, eliminare.
- CTR: Clic to rate, lo vedi da Google Search Console. È il rapporto tra volte che il nostro contenuto appare tra i risultati di ricerca e numero di clic che riceve. Per migliorarlo devi lavorare sull’aspetto dello snippet, ovvero come appare nella serp. Spesso sono il tag title e la meta description a non funzionare.
Il Tag title non deve essere solo una keyword ma, deve descrivere il contenuto usando anche la parola chiave principale. La meta description è un piccolo testo che deve spingere al clic, può spiegare molto brevemente il contenuto e deve contenere una CTA, call to action, efficace. I vari “clicca qui”, “leggi” e “scopri” non sono più molto accattivanti. Usa la fantasia, ma con parsimonia!
Struttura tecnica del sito: rendi facile da scansionare il tuo sito
La struttura del sito, o alberatura o architettura dell’informazione, è la progettazione del sito web al fine di renderlo facilmente navigabile. Serve a stabilire quante pagine creare, come, per quali intenti di ricerca e come collegarle tra loro. Questa è una sintesi estrema e banale, ma ci serve solo per capirci.
Una struttura semplice e lineare aiuta l’utente a navigare facilmente e i crawler a scansionare e indicizzare il contenuto. Qui dobbiamo focalizzarci sulla crawlability, la facilità di scansione, la sicurezza e l’impostazione delle url.
Il livello più semplice da gestire è quello della struttura della singola pagina e dell’organizzazione del suo contenuto. La gestione della struttura del sito funziona in modo simile. Qui entrano in gioco le tassonomie, categorie e tag; i collegamenti interni; le breadcrumb; la navigazione; la struttura url e lo schema. Tutto questo serve a creare una struttura adeguata.
La home page è la pagina più importante del sito web, di solito, è anche quella che riceve più link da altri siti e ha la funzione di identificare il brand.
Tutti i contenuti linkati dalla home vengono ritenuti i più importanti all’interno del sito, sia per noi che per Google.
I contenuti andrebbero sempre mostrati in ordine cronologico e di importanza per la loro posizione nel sito. C’è una teoria, quella dei tre clic o della distribuzione del ranking delle pagine, che sostiene l’importanza di porre le pagini più importanti del sito a non più di tre clic dalla home.
L’alberatura del sito web è molto importante, ma non voglio star qui ad annoiarti.
Ti basta sapere che una buona struttura raggruppa i contenuti correlati per argomento, evidenzia le pagine più importanti e mantiene un’organizzazione dei contenuti semplice e con una gerarchia logica.
I collegamenti interni aiutano a spostarsi da una parte all’altra del sito, fungendo da ponti. Vanno pianificati e i testi su cui apporli, le anchor text, vanno ottimizzate: rese facilmente comprensibili, l’utente deve aver chiaro dove atterrerà dopo aver cliccato. La link building interna è fondamentale per tenere insieme i pezzi del sito e permettere all’utente di navigarlo in serenità, spostandosi da un contenuto di interesse a un altro.
Le breadcrumb ci aiutano a semplificare il percorso di navigazione e la gestione degli spostamenti dei contenuti.
Mentre il protocollo HTTPS garantisce la sicurezza della comunicazione e delle transazioni verso il sito. È un fattore di soft ranking per Google.
Navigazione da mobile e responsivity
Nell’era del mobile-first indexè fondamentale che i nostri siti web siano facilmente navigabili e si adattino allo smartphone e ai tablet. Questo parametro è stato inserito dopo che le connessioni da mobile hanno di gran lunga superato quelle da desktop.
La responsivity prevede:
- un web design responsive che sia in linea con le linee guida previste;
- il miglioramento della velocità di caricamento delle pagine.
Ottimizzare il codice del sito web
Qui andiamo ancora più sul tecnico. Cosa vuol dire ottimizzare il codice del sito per la Seo On page?
Vuol dire inserire tag specifici per migliorare la formattazione del testo per renderlo di valore per Google e per renderlo meritevole di essere mostrato in prima pagina.
Come si creano tag ottimizzati?
Innanzitutto, va chiarito che i tag vengono inseriti nel codice e sono compresi tra due virgolette uncinate: < >
Si creano curando il metodo di scrittura, il valore semantico e l’utilizzo nella pagina web.
Quali sono i tag a cui prestare attenzione per ottimizzare il codice sorgente in ottica SEO?
- Il meta Title <title>;
- La meta Description < meta name=”description” content=”contenuto meta description” / >;
- Le meta keywords < meta name=”keywords” content= “keyword1, keyweord2, ecc.”/>
- L’H1, o Heading 1 <h1>;
- Strong, che restituisce un carattere in grassetto;
- Heading 2, o H2, che individua il sottotitolo <h2>;
- Le immagini <img>;
- I link <a href=”…”>.
Di alcuni di questi tag abbiamo già parlato, su alcuni ci torno perché sono davvero molto importanti e voglio darti altri dettagli. Iniziamo!
Meta Title (o Tag title) e Meta description sono importanti per il posizionamento della pagina web e bisogna scriverli nel modo corretto. Il title non deve avere una lunghezza tra i 50 e i 60 caratteri, mentre la Meta description non deve superare i 150 caratteri.
È importante osservare questa regola perché il entrambi devono essere ben visibili e non troncati. Hanno il ruolo centrale di portare l’utente a scegliere il nostro risultato tra i tanti che trova in SERP. Se non sono ben leggibili perdono tutta la loro efficacia.
La metadescription per lungo tempo non ha avuto nessun valore per il miglioramento del ranking di un contenuto. Ma, considerato il peso che la UX sta avendo come fattore di ranking, va da sé che anche la meta description abbia cambiato ruolo e peso. Avendo il compito di aiutare l’utente a capire meglio il contenuto che si troverà davanti cliccando. .
Se hai un plug in seo installato sul tuo sito web, potrai facilmente verificarne l’aspetto finale.
Le meta keyword sono le parole chiave che usiamo per indicare a Google qual è l’argomento di cui stiamo parlando nella pagina e che devono essere rintracciabili nel contenuto in modo strutturato. C’è un tag da inserire in cui racchiuderle. Google ci fa sapere che non ne tiene conto, ma qualche altro suo competitor potrebbe farlo.
Il tag strong <strong> è diverso dal tag <b>. Entrambi restituiscono un carattere grassetto, ma le finalità sono completamente diverse. Se il tag b serve a ottenere semplicemente un bold, il tag strong indica al motore di ricerca che quella porzione di testo compresa nel tag è rilevante per la semantica del contenuto.
Cosa intendiamo per semantica del contenuto?
Intendiamo la capacità del contenuto di rispondere a un intento di ricerca in modo chiaro e univoco. Si tratta di costruire un contenuto che permetta al motore di ricerca di restituire all’utente una risposta alla sua domanda non basata solo sul significato delle parole ma sul contesto.
I link hanno una rilevanza centrale nella struttura di un sito web e nel suo posizionamento sui motori di ricerca. Ci sono degli attributi da inserire al loro interno e degli attributi che possono fare davvero la differenza per il nostro posizionamento.
Gli attributi dei link
Stiamo parlando degli attributi no-follow e do-follow.
Questi due attributi dobbiamo usarli quando linkiamo risorse esterne.
Il do-follow indica al motore di ricerca di seguire nella sua scansione quel link e che vogliamo passargli il nostro trust. Il segnale che mandiamo è che quella è una risorsa affidabile, secondo noi.
Il no follow va inserito per tutte quelle url che possono essere utili all’utente ma di cui non è ben chiara la qualità e l’affidabilità. Quindi noi inseriamo un link verso quel dominio, ma allo stesso tempo diamo un segnale al motore di ricerca di non seguire quel percorso nella scansione, perché per noi non è affidabile.
Ti starai chiedendo che senso abbia tutto questo. Te lo spiego in modo molto semplice. Immagina il web come un albero, al suo interno scorre la linfa e va verso i rami e le foglie. Le foglie sono i siti web e hanno il potere di decidere verso dove far scorrere la loro linfa. Le foglie sane si passano la linfa tra di loro stando attente a non mandare linfa a foglie malate, che danneggerebbero anche loro.
Se il tuo sito rimanda verso risorse esterne di scarsa qualità alla fine ne verrà penalizzato.
Come fare per capire se un dominio abbia una buona domain autority? Non è facile, dovresti analizzare il suo profilo backlink e questo puoi farlo solo usando strumenti seo e avendo competenze tecniche avanzate.
Il consiglio che ti do è di scegliere solo link verso l’esterno strettamente necessari e di analizzarle bene le risorse che scegli. A volte per capire che un sito non è affidabile basta navigarlo un po’ e rendersi conto della qualità dei contenuti, della sua struttura e di come gestisce banner e pop up. Non è una regola scolpita nella pietra, ma può aiutare.
Infine, c’è l’attributo rel=”canonical” che permette a Google di capire qual è il contenuto su cui puntiamo in caso di contenuti duplicati. È molto utile negli ecommerce, ma può aiutare anche i siti vetrina, quando si realizzano più contenuti sullo stesso argomento.
Ottimizzazione del sito web: su cosa puntare di più
Martin Splitt, portavoce di Google, indica i contenuti come elemento principale per posizionarsi in SERP. Un sito deve offrire contenuti che siano di ottima qualità e che abbiano uno scopo per l’utente. Il fine ultimo deve essere aiutare l’utente e soddisfare le sue necessità. I nostri contenuti dovrebbero essere qualcosa di cui gli utenti hanno davvero bisogno e che vogliono, non un ammasso di keyword legate insieme da delle parole pubblicati tanto per posizionarsi.
E io freelance? O io azienda che fine faccio? Come mi promuovo?
L’ideale sarebbe creare contenuti che raccontano cosa possiamo fare per le persone, come le aiutiamo e dove possono trovarci per usufruire dei nostri servizi/prodotti.
Se vogliamo attrarre delle persone che abbiamo individuato come target, dobbiamo parlare come loro, usare termini che userebbero loro.
C’è un esercizio che potremmo fare per aiutarci: cercare di parlare come parlano le nostre persone, senza tecnicismi, che il più delle volte non conoscono.
Il linguaggio è centrale. Lo scopo di ogni contenuto, il purpose, è indispensabile che sia chiaro e che venga raggiunto creando un contenuto mirato.
Va da sé che anche la scelta delle keyword deva seguire questa linea. Quando andiamo a selezionarle dobbiamo tenere presente delle differenze che presentano le nostre personas. Questo vuol dire che alle parole chiave tecniche dobbiamo associare quelle meno specifiche, così da intercettare tutto il nostro pubblico: sia quello che per vari motivi ha una padronanza migliore della materia, sia chi è ancora in fase esplorativa.
Il contenuto che stai leggendo è molto tecnico, ma intercetta sia persone che hanno cercato espressamente seo on page, sia persone che vogliono semplicemente capire come migliorare i loro contenuti in ottica seo e non conoscono l’esistenza della SEO on Page.
Deve esserci pertinenza nei contenuti, che devono avere anche la capacità di comprendere quali sono le intenzioni dietro le ricerche degli utenti, così che ogni pagina risponda ai loro bisogni, scopi ed esigenze.
Questo vale per il singolo contenuto e per l’intero sito web. Non dobbiamo concentrarci troppo sulle keyword trascurando lo scopo. Le parole chiave sono importanti ma da sole possono poco per il posizionamento di un sito. Riuscire a capire cosa cercano le persone e quali sono i loro bisogni è la strategia migliore per ottenere risultati.
I metadati che descrivono i contenuti sono imprescindibili per il sito. Avere uno snippet nei risultati di ricerca che funzioni è di vitale importanza per il successo del nostro progetto.
Titoli di pagina specifici per ogni contenuto, unici e non ripetuti su più pagine sono un ottimo elemento di ottimizzazione; così come le meta description originali e uniche.
Ogni pagina deve avere il suo snippet personalizzato, chiaro e davvero utile per l’utente e per il sito.
Per ultime, ma non per importanza, ci sono le performance del sito web. Un sito web performante è un sito che carica velocemente. L’utente deve potervi accedere senza dover aspettare troppo. Più veloce è il caricamento, più in alto il sito apparirà nei risultati.
I fattori su cui concentrarsi sono il first contentful paint, ovvero il tempo che passa tra l’inizio del caricamento e l’apparizione del primo contenuto della pagina, e la velocità con cui si mostrano contenuti; ma anche l’ottimizzazione del server, l’ottimizzazione delle strategie di caching e la verifica che gli script non debbano girare per troppo tempo per avere tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Oggi con Google Page Experience le prestazioni tecniche delle pagine sono tra i fattori di ranking principali.
In conclusione
La Seo On Page è molto complessa, come ogni tipo di SEO. Hai potuto leggere che ci sono molti elementi più o meno tecnici che vanno monitorati, implementati e via via corretti.
Ottimizzare un sito web e mantenere un buon grado di ottimizzazione non è impossibile, ma capisco che possa sembrarti molto complesso.
Un sito non ottimizzato è del tutto inutile, non porterà visibilità alla tua attività lavorativa, non avrà traffico, sarà solo una perdita di soldi e tempo.
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